Come far rivivere un PAVIMENTO IN COTTO
Il cotto è un materiale naturale, ecologico semplice da trattare e da mantenere. Basta solo effettuare un corretto trattamento e seguire alcuni semplici suggerimenti ...
Parlando di cotto affrontiamo il materiale tradizionale per eccellenza, infatti la terra è l‘elemento sul quale l’uomo ha mosso i primi passi e il cotto non è altro che il frutto del primo processo di lavorazione appreso dall’uomo, la cottura della terra.
Il processo moderno per la lavorazione del cotto è sostanzialmente rimasto immutato e grazie a esso disponiamo di uno dei materiali da pavimentazione più naturale, che ci accompagna dagli albori della nostra civiltà fino ai giorni nostri.
In Italia il cotto è da sempre diffusamente utilizzato, ne esistono di tantissimi tipi ma il più famoso è senz’altro quello imprunetino, ottenuto esclusivamente con terra di Impruneta, in Toscana vicino Firenze.
L’intervento eseguito si tratta proprio della pulizia di un pavimento in cotto imprunetino diventato scuro a causa di accumulo di sporco depositato nel tempo.
Solitamente, il cotto si pulisce con estrema facilità e non crea alcun problema di manutenzione, naturalmente bisogna effettuare un corretto trattamento e seguire alcuni semplici suggerimenti.
::: Manutenzione del cotto
La frequenza con cui effettuare la manutenzione è subordinata all’uso del pavimento, al numero di persone usualmente presenti in casa, all’eventuale presenza di animali domestici. A seconda dello stress a cui è sottoposto il pavimento la manutenzione può essere effettuata ogni 3-6-9 mesi.
Il prodotto da usare è quello specifico per la manutenzione, basta seguire le indicazioni fornite dal produttore, in ogni caso è da diluire in acqua in percentuale.
::: L’intervento
Nel caso incontrato, a un primo esame, si nota che la zona annerita interessa soprattutto le zone maggiormente vissute: cucina, ingresso, bagno e zona centrale del salotto.
Questo è importante al fine di poter effettuare una prova di lavaggio in una piccola porzione di superficie e convincere il cliente che non è necessario un intervento invasivo.
::: Lavaggio
Si procede con un lavaggio energico con uso di detergente sgrassante a ph neutro, anche se concentrato. Si stende la soluzione sulla superficie da lavorare e lasciata agire alcuni minuti. Si interviene con una monospazzola e disco marron sino ad arrivare all’asporto dello sporco depositato e di una piccola parte della finitura che era stata applicata alla posa.
E’ molto importante lavorare per porzioni contenute di superficie e con tempi di lavorazione possibilmente uguali zona per zona, per non creare difformità di tonalità finale sulle superfici.
E’ altresì importante sciacquare a dovere le superfici anche ripetendo due, tre volte l’operazione con monospazzola e disco morbido o spazzola di nylon – impedisce di rimuovere residui di cotto che potrebbero fare deposito rosso sulle fughe -. Con regolarità si esegue tutto il ciclo di lavaggi e risciacqui nella zona di lavoro scelta. In questo modo si asporta lo sporco di quasi nove anni di vita e una piccola parte della finitura di superficie; difficile, invece, è arrivare a rimuovere anche l’antimacchia e i prodotti di protezione che erano stati applicati in origine se non si interviene con un sistema molto più aggressivo.
::: Nuovo ciclo di trattamenti
PRIMO GIORNO
Dopo il primo ciclo di lavaggi si esegue un nuovo ciclo di trattamenti: per scrupolo si sceglie di riapplicare una sola mano di impregnante antimacchia per rinforzare quello che già presente, anche se come residuo.
Proteggere una superficie significa: impedire l’assorbimento delle macchie acquose e oleose; rendere più semplice la manutenzione; allungare la vita ai materiali.
Una volta asciutto "e con la stagione calda vuole dire un’ora massimo", si applica una mano di emulsione resino-cerosa neutra con l’aiuto della monospazzola e di una spazzola di nylon morbida per favorire l’adesione del prodotto. Dopo circa un’ora si applica l’ultima mano di cera liquida di finitura con la semplice applicazione a spandicera e consegnare per sera i locali alla famiglia.
La cera serve per: nutrire il pavimento; proteggerlo dallo sporco da calpestio; rendere più facile i successivi interventi di manutenzione; ottenere l’effetto estetico desiderato, dal lucido speculare all’opaco.
SECONDO GIORNO
Il giorno successivo l’intervento viene ripetuto nelle restanti stanze con la stessa tecnica e con il rispetto degli stessi tempi e scaletta di lavorazione. Alla fine del secondo giorno tutta la superficie si presenta di un colore vivo, rinnovata nel tempo con un abito nuovo rispettando le caratteristiche proprie del cotto fatto a mano e l’ambiente residenziale nel quale si interviene, perché non vengono stravolti i ritmi di vita del cliente e non si lasciano cattivi odori se si utilizzano prodotti ad acqua efficaci e biocompatibili.
::: COSA FARE in caso di macchie
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