INVECCHIARE SANI
Da qualche giorno, è ormai iniziata la primavera. Si allungano le giornate e comincia finalmente a far caldo. Quale occasione migliore dunque per associare al piacere di giornate da trascorrere all'aperto, una sana attività fisica che, insieme ad alcune accortezze, sarebbe un toccasana per invecchiare al meglio ed essere sempre in forma?!?
Ecco dunque 10 consigli per fare in modo che il nostro motore ci accompagni al meglio delle sue possibilità, nel corso di ogni nostro momento di vita, così da giungere fino a 120 anni in buona salute!!!
Riportiamo infatti il decalogo stilato a seguito del convegno «Si.Cura. 10!: percorsi di cura in degenza riabilitativa», organizzato dal Dipartimento di riabilitazione e recupero funzionale di Humanitas e rivolto a chiunque voglia mantenersi in forma ed in buona salute.
Nel dettaglio i dieci consigli sono i seguenti:
- Fare 10.000 passi (5 km) tre volte a settimana
- Svolgere attività fisiche di equilibrio (Tai Chi, Pilates, videogames con i nipoti) e non di forza
- Mangiare bene, variando gli alimenti, così da non escludere alcun tipo di proteina o vitamina.
- Evitare il fumo e ridurre il vino ad un solo bicchiere (al massimo due) nel corso dei pasti.
- Riscoprire la propria corporeità, in termini di affettività ma anche in relazione alla sessualità ed al rapporto di coppia
- Curare le relazioni con familiari e parenti ; dai figli ai nipoti, passando ovviamente per i fratelli, cognati, ecc…
- Mantenersi attivi attraverso l’impegno nel sociale
- Evitare troppi farmaci, soprattutto se si tratta di sonniferi ed antidepressivi
- Stare più tempo possibile all’aria aperta, i raggi solari infatti sono eccellenti per ridurre i rischi di osteoporosi
- Evitare eccessive e frequenti escursioni termiche
Volendo sintetizzare, insomma, al bando la sedentarietà senza strafare, e moderazione in tutto, tranne che nell’avere un concetto positivo della vita.
Risulta tuttavia fondamentale ogni settimana pianificare delle lunghe passeggiate, grazie alle quali coprire una distanza di almeno 5 km.
Infatti, camminando, camminando si può raggiungere l’età scritta nel nostro patrimonio genetico, in buona salute.
Si tratta in media, della bellezza di centoventi anni. E per arrivarci senza dover sopportare eccessivamente il peso dell’età, bisogna attenersi a due parole d’ordine: prevenzione e correzione degli stili di vita sbagliati.
Con riferimento al primo aspetto, se consideriamo la storia dell’umanità, la prevenzione da sempre è stata associata alla ricerca di sostanze benefiche che potessero allungare la vita, tanto che già migliaia di anni fa, il fungo reishi (o dell’immortalità), grazie alle sue qualità anti infiammatorie stimolanti per le difese corporee, che ne facevano una ottima protezione contro i radicali liberi, era utilizzato per mantenere «giovani» i cinesi ricchi (non i poveri perché il fungo reishi, oggi coltivabile, era rarissimo e prezioso).
Partendo da tale prodotto naturale, negli anni se ne sono studiati i principi e riprodotte le caratteristiche in modo da tenere sempre puliti ed attivi i mitocondri, cioè i cosiddetti «motori» delle cellule. Si è arrivati così a concepire nei laboratori degli Stati Uniti il coenzima Q10 per mantenere «giovani» questi motori, o l’acido alfa-lipoico, potente «spazzino» dei radicali liberi che proprio i mitocondri producono come scarto della loro attività. Entrambi però, non hanno ancora avuto applicazione sull’uomo.
Nell’attesa che tali ritrovati vengano prima testati e poi commercializzati, è quindi opportuno affidarsi alla prevenzione nel vero senso della parola, attenendosi ai consigli degli esperti ed alla propria buona volontà.
Impegnandosi innanzitutto con l’ esercizio fisico, meglio se effettuato almeno 3 volte a settimana, ed in lunghe passeggiate che, se sistematiche, risultano essere una vera a propria medicina, a qualsiasi età. Studi scientifici, infatti, ne dimostrano la correlazione con il benessere e la diminuzione della mortalità, nel rispetto, comunque, di una posologia ben precisa che prevede 10.000 passi (5 chilometri) compiuti tre volte a settimana ed associando il tutto ad una serie di altre attività citate nell’elenco ed assolutamente utili e funzionali, quali: giocare con consolle e videogiochi di ultima generazione; riscoprire la propria corporeità; essere impegnati nel sociale; evitare l’abuso di farmaci, in particolare antidepressivi o sonniferi; vivere all’aria aperta; evitare escursioni termiche eccessive.
Inoltre è anche da segnalare che le persone che hanno molti scopi o progetti nella vita, presentano un rischio di ammalarsi di Alzheimer della metà più basso di coetanei meno attivi, con meno interessi e minore grado di coinvolgimento in esperienze di vita, secondo uno studio realizzato di recente dalla Dott.ssa Patricia Boyle su oltre mille soggetti.
L’altra parola d’ordine è ovviamente quella di evitare stili di vita sbagliati.
Diventa quindi fondamentale procedere con un’attenta alimentazione, che prediliga frutta, verdura e pesce, abolire completamente il fumo (due sigarette al giorno raddoppiano il rischio di infarto), svolgere una regolare attività fisica e mantenere il peso entro limiti ottimali (indice di massa corporea -cioè rapporto tra peso in Kg e quadrato dell’altezza in m- inferiore a 25).
Da notare anche che mantenere la circonferenza del girovita a valori inferiori a 102 cm nell’uomo e a 88 cm nella donna è considerato ancora più importante del contenimento dell’indice di massa corporeo. Pertanto un uso moderato di vino (massimo due bicchieri al giorno) è consentito e può anche avere effetti benefici sulla circolazione, verosimilmente in virtù del suo potere antiossidante, ma è fortemente sconsigliata una quantità superiore di alcool, che ha effetti deleteri a lungo termine.
Infine per verificare che lo stile di vita assunto dia i risultati sperati, in alcune situazioni (ipercolesterolemia, ipertensione, diabete) può essere necessario ricorrere ad un appropriato trattamento farmacologico.
A tal proposito si rileva che, in soggetti apparentemente sani, viene considerato attualmente ottimale un valore di colesterolo LDL nel sangue inferiore a 160 mg/dL. I valori di colesterolo totale ed LDL vanno tenuti più bassi (sotto i 130 mg/dL) nei pazienti che hanno altri fattori di rischio, e ancora più bassi (sotto i 100 mg/dL) in quelli affetti da diabete o che abbiano già avuto un infarto o ictus. Riguardo alla pressione arteriosa, invece, oggi sono ritenuti ottimali valori inferiori a 130/85 mmHg.
I fattori di rischio tradizionali spiegano circa il 90% delle malattie cardiovascolari. In almeno il 10% dei pazienti che vanno incontro ad infarto o ictus, tuttavia, non è possibile riscontrare alcun fattore di rischio classico.
Ciò ha stimolato la ricerca di ulteriori fattori di rischio in grado di colmare questa lacuna e dettagliare ancora meglio, i comportamenti che può essere utile assumere per ridurre al massimo i problemi legati alle patologie cardiovascolari.
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